venerdì 17 maggio 2013







Conferenza dei servizi AIA per bruciare pneumatici




In data 15.05.2013, presso gli uffici regionali della direzione Protezione Civile Ambiente di Pescara, si è tenuta la terza convocazione della Conferenza dei Servizi riguardante la riconferma dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, per bruciare pneumatici all’interno dello stabilimento Italcementi di Scafa.
Durante tale conferenza, l’Arta si è dimostrata piuttosto sfavorevole alle modalità di monitoraggio degli inquinanti dell’Italcementi, ha quindi prescritto alla ditta di abbassare i limiti di emissione di alcuni inquinanti, come gli ossidi di azoto, richiedendo inoltre l’abbassamento del valore limite delle polveri.
La Conferenza dei Servizi si è conclusa con esito parzialmente favorevole, con l’importante prescrizione di autorizzare l’azienda ad un anno sperimentale nel corso del quale essa sia in esercizio, non computando i periodi di fermo impianto, al seguito del quale sarà presentato un rapporto finale da valutare da parte dell’ARTA. Tale riscontro influirà certamente sul futuro stesso dello stabilimento di Scafa.
Il Comitato “Aria Nostra” auspicava da questo incontro almeno l’accettazione della richiesta di Valutazione d’Impatto Ambientale, in quanto negli anni non sono mai state fatte approfondite analisi, aggravate dalla mancanza di dati attendibili, sottolineando che non sono stati, in nessun caso, effettuati controlli nei terreni limitrofi, al fine di analizzare i livelli di diossina presenti.
Il comitato ha chiesto motivazioni dei malfunzionamenti verificatisi, in più episodi, negli ultimi mesi dell’operato dell’Italcementi ed ha trovato difese da parte dei rappresentanti dell’azienda i quali, più volte durante la conferenza, hanno precisato che lo stabilimento è datato di oltre 20 anni.
Noi non vogliamo sottovalutare il tema del lavoro, ma è altrettanto doveroso porre la giusta attenzione anche sulla condizione salutare della cittadinanza e dei lavoratori stessi.

domenica 27 gennaio 2013

una foto dello stabilimento del  26.01.13


Anche i dipendenti dello stabilimento di Scafa subiranno la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione, decisa dall'azienda Italcementi, a partire dal 02.02.2013.
E' quanto emerge dal piano di riorganizzazione presentato dai vert
ici del gruppo ai sindacati, relativo ai 14 stabilimenti italiani del gruppo. ll piano prevede per il prossimo biennio un taglio dei costi per 40 milioni di euro all'anno e una serie di investimenti per 100 milioni di euro.
Al termine del periodo di Cigs, se non ci saranno miglioramenti del quadro congiunturale, circa la metà delle sospensioni temporanee saranno trasformate in strutturali, anche con il ricorso alla mobilità.
Dopo più di 50 anni di fatturati, cospicui incentivi ricevuti, produzione al massimo senza interventi di tutela ambientale, l'azienda si prepara a mandare a quel paese i suoi operai.
Una multinazionale che ha enormemente guadagnato negli anni di produzione del cemento mediante incenerimento di rifiuti si appresta a mettere in pratica la solita strategia di risollevamento: sganciare la classe operaia mentre lo schianto si fa più vicino; quella classe operaia che conosciamo bene, che difende gli interessi del proprio " padrone" pur di tutelare un posto di lavoro a costo di sottostare ai ricatti delle aziende.

Abbiamo assistito a lunghe e corpose polemiche nell'ultimo decennio, riguardo la complessa questione SALUTE vs LAVORO e NESSUNA amministrazione di Scafa ha saputo/ha voluto interessarsi pienamente della questione. TUTTE le amministrazioni succedutesi fino ad oggi hanno approfittato dei finanziamenti dell'Italcementi senza remore. Tutte, purtroppo, si sono letteralmente DEFILATE di fronte alla responsabilità di comprendere l'avvento inevitabile di un punto di crisi fatale, e si è peccato SEMPRE di grave negligenza nella pianificazione di strategie d'intervento.
Nella storia di questo paese non si può dimenticare questo fondamentale tema in cui tutti hanno FALLITO lì dove altre Città hanno trionfato.

La crisi di un territorio è dettata soprattutto dall'incapacità del sapersi REINVENTARE e dall'ASSENZA DI CORAGGIO dei governi locali nel cambiare la propria condizione e le aspettative di vita di tutti.



N.B.: Prima di salutarci l'azienda non può sottrarsi dal rilasciare in aria un pò di fumi e far notare ancora una volta i malfunzionamenti dell'industria, la quale mostra senza dubbio l'obsolescenza profonda che ormai la contraddistingue da molto tempo.