domenica 27 gennaio 2013

una foto dello stabilimento del  26.01.13


Anche i dipendenti dello stabilimento di Scafa subiranno la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione, decisa dall'azienda Italcementi, a partire dal 02.02.2013.
E' quanto emerge dal piano di riorganizzazione presentato dai vert
ici del gruppo ai sindacati, relativo ai 14 stabilimenti italiani del gruppo. ll piano prevede per il prossimo biennio un taglio dei costi per 40 milioni di euro all'anno e una serie di investimenti per 100 milioni di euro.
Al termine del periodo di Cigs, se non ci saranno miglioramenti del quadro congiunturale, circa la metà delle sospensioni temporanee saranno trasformate in strutturali, anche con il ricorso alla mobilità.
Dopo più di 50 anni di fatturati, cospicui incentivi ricevuti, produzione al massimo senza interventi di tutela ambientale, l'azienda si prepara a mandare a quel paese i suoi operai.
Una multinazionale che ha enormemente guadagnato negli anni di produzione del cemento mediante incenerimento di rifiuti si appresta a mettere in pratica la solita strategia di risollevamento: sganciare la classe operaia mentre lo schianto si fa più vicino; quella classe operaia che conosciamo bene, che difende gli interessi del proprio " padrone" pur di tutelare un posto di lavoro a costo di sottostare ai ricatti delle aziende.

Abbiamo assistito a lunghe e corpose polemiche nell'ultimo decennio, riguardo la complessa questione SALUTE vs LAVORO e NESSUNA amministrazione di Scafa ha saputo/ha voluto interessarsi pienamente della questione. TUTTE le amministrazioni succedutesi fino ad oggi hanno approfittato dei finanziamenti dell'Italcementi senza remore. Tutte, purtroppo, si sono letteralmente DEFILATE di fronte alla responsabilità di comprendere l'avvento inevitabile di un punto di crisi fatale, e si è peccato SEMPRE di grave negligenza nella pianificazione di strategie d'intervento.
Nella storia di questo paese non si può dimenticare questo fondamentale tema in cui tutti hanno FALLITO lì dove altre Città hanno trionfato.

La crisi di un territorio è dettata soprattutto dall'incapacità del sapersi REINVENTARE e dall'ASSENZA DI CORAGGIO dei governi locali nel cambiare la propria condizione e le aspettative di vita di tutti.



N.B.: Prima di salutarci l'azienda non può sottrarsi dal rilasciare in aria un pò di fumi e far notare ancora una volta i malfunzionamenti dell'industria, la quale mostra senza dubbio l'obsolescenza profonda che ormai la contraddistingue da molto tempo.

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