domenica 7 agosto 2011

Un modello da seguire: Valpolicella.

 Cementirossi, ora si ricomincia da zero

FUMANE. Il Tar del Veneto accoglie il ricorso di Legambiente, Fumane Futura, Valpolicella 2000 e di sette privati e annulla tutte le delibere del Comune e della Provincia. Bocciato il permesso di utilizzare 80mila tonnellate l'anno di ceneri pesanti, si torna a 12mila Congelato anche l'ampliamento
Cementirossi dovrà rinunciare ora
all'ampliamento dello stabilimento
Fumane. Cementirossi, tutto da rifare. Il Tar del Veneto accetta il ricorso contro il cementificio e annulla tutte le delibere della Provincia per quanto riguarda la quantità di rifiuti usati nel processo di produzione del cemento. Bocciato anche il progetto di ampliamento e ammodernamento dello stabilimento, che prevedeva, tra le altre cose, la realizzazione di una torre alta 103 metri per contenere un nuovo forno a cicloni. Il ricorso era stato presentato nel 2009 da Legambiente, dall'associazione Valpolicella 2000, dal comitato Fumane Futura e da sette privati cittadini. La notizia bomba è arrivata il martedì in tarda serata con un tamtam di telefonate di sorpresa. «Non ci aspettavamo una sentenza così totale», afferma il presidente di Fumane Futura, Mimmo Conchi, come reazione a caldo: «il giudice boccia tutto e tira le orecchie alla Provincia e alle amministrazioni comunali. La politica dovrebbe tutelare l'ambiente e guardare al futuro di un territorio, specialmente là dove c'è conflitto su iniziative e progetti sempre ritenuti insindacabili perché provenienti da una potente azienda come Cementirossi. Quali sono stati gli interessi tutelati finora? Ora si può parlare di nuovi piani, forse anche di riconversione».
Il ricorso è stato accettato in toto, nel merito e nella forma, e soprattutto ha guardato alla situazione del cementificio in Valpolicella in maniera complessiva: le valutazioni di impatto ambientale per l'uso di rifiuti e l'ammodernamento dello stabilimento con la costruzione della torre vanno visti in una sola ottica, non separatamente, secondo le associazioni. Queste, Fumane Futura e Valpolicella 2000, «debbono ritenersi legittimate», si legge nella sentenza, «atteso il loro indubbio radicamento sul territorio della Valpolicella e il loro fine statutario: dagli statuti si evince che le due associazioni sono preposte alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente». Sugli scavi a Marezzane, invece, non ci sono novità: il parere favorevole dato da Provincia e Regione è soggetto al parere vincolante della Soprintendenza, che si deve ancora esprimere, essendoci delle prescrizioni non ben chiare e disposizioni incomplete non comunicate.
Le conseguenze della sentenza del Tar, oltre a congelare il progetto di ampliamento per vizio di forma e sostanza e motivazioni incoerenti, riguardano l'uso dei rifiuti, che tornano in procedura semplificata: cioè si passa dalle 80mila tonnellate di ceneri pesanti derivate da inceneritori all'anno da mescolare all'impasto del cemento, utilizzate attualmente, alle 12mila tonnellate autorizzate precedentemente. Tali autorizzazioni  dovranno essere rinnovate ogni sei mesi. «La sentenza di fatto boccia la prospettiva di rilancio industriale in Valpolicella con lo smaltimento dei rifiuti, cosa che ci preoccupava molto», continua Conchi, «noi abbiamo presentato nel ricorso molte osservazioni che sono state tutte accolte, in cui abbiamo rilevato omissioni. Ad esempio manca, perché mai presentato, il piano di sicurezza, che è invece molto importante». Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente di Legambiente Veneto, Michele Bertucco: «Risultato molto importante, perché in questo modo si potrà ripensare al futuro della Valpolicella; è importante soprattutto che siano state accolte tutte le istanze del ricorso e riconosciuto che l'iter procedurale tenuto dalla Provincia era viziato». Lorenzo Albi, presidente di Legambiente Verona, aggiunge: «La sentenza del Tar è esemplare, in quanto si rileva che la stessa commissione provinciale di Valutazione di impatto ambientale aveva sottolineato questi elementi di incompatibilità, tuttavia aveva dato parere favorevole lo stesso. C'erano tante contraddizioni nelle decisioni prese dalla Provincia, oltre a vizi di forma e sostanza, con motivazioni incoerenti o non date proprio: e questo è stato tenuto in considerazione dal giudice. Viene messo, inoltre, in evidenza anche l'aspetto della viabilità a Fumane, che prevedeva un tavolo di discussione tra tutti i soggetti interessati, mai fatto; inoltre vengono contraddette le valutazioni fatte dall'amministrazione comunale di Fumane. Complessivamente viene dichiarata l'illegittimità del progetto di ampliamento. Questa decisione del Tar del Veneto senz'altro comporterà che ci sia una revisione nell'uso di rifiuti da parte dei cementifici in generale e si può ipotizzare che quest'uso sia d'ora in poi illegittimo». «Infatti finora», continua Albi, «i cementifici hanno sempre fatto tutto quello che volevano. E non si può continuare a dire che ormai in Valpolicella c'è il cementificio da 40 anni, quindi accettiamo tutto quello che viene». 

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